sabato 1 dicembre 2012

le vie di Bologna

 le vie di Bologna





di questo passo, quassù in collina, tra poco si dovrà andare in barca... un caffè e torno...
stamattina, alle sei, davanti casa a fumarmi una sigaretta,  ho sentito i passeri sul tiglio svegliarsi: Prima io, ho detto...
stasera, mi dicevo, parlo di un album, ho deciso: metto su musica... avevo già deciso, quando...
alle sette, ora monastero, mi chiama Julia... me ne dice duemilasettecentoventidue,
poi mi dice di Saturno...
io, vi dico la verità, a oroscopi e cose così non è che creda poi tanto... c'è già la vita ad aprirti bene gli occhi...
di là, Vecchioni canta Tommy... e io sto lì come un coglione a pensare a Saturno... roba da non crederci...
ne ho passate tante, lo aspetterò con il camino acceso, se deve essere... ho occhi per poterlo guardare... 'sto Saturno...
stamattina volevo mettere luce in una stanza... e mi ero preparato come se dovessi andare sulla luna...
con 'sta cosa del "buoni a nulla ma capaci di tutto" va a finire che poi ci si rovina la vita...
una cosa che tu hai sentito una volta, un sacco di anni fa, una frase di Jim Morrison, e poi non l'hai scordata...
te la sei portata dentro, dritta, come una bandiera, per tutti questi benedetti anni, e ora te la senti un po' tua, ecco...
tanti della mia generazione ci credono, perché, una volta, ci hanno indicati come quelli che non sanno fare un cazzo...






c'è niente da fare, in ogni tempo, i giovani vengono sempre trattati come una manica di coglioni...
come solo chi ha più anni sapesse davvero vivere, che ci sia bisogno della gotta per saper vivere 'sta vita...
l'esperienza, se la riconosci è un vantaggio... la gioventù, però, di vantaggi ne ha a milioni, e meno male...
uno su tutti: il futuro... di poter sognare un futuro, ecco... a una certa età, si comincia a criticare i giovani, poi...
ma non lo fanno apposta, guardate... no, è solo per via di quella maledetta virgola di invidia, una porca nostalgia, ecco...
è che gli girano i coglioni di non potersi più permettere certe cazzate... per tanti, le cazzate le possono fare solo i giovani...
ho visto gente con la barba bianca mettersi a fare certe puttanate che nemmeno ti viene di pensarci, da ragazzo...
tutto questo, gira che ti rigira, era per arrivare a dirvi qualcosa su di me, anche stasera... su amici miei...
immaginate di non tornare in un posto da quasi trent'anni... e non sto parlando della Luna o dell'Australia...
sto parlando di Bologna, che se allungo una mano, le sfioro il campanile della sua bella torre, per dire...
un anno fa, per motivi miei, ci sono tornato, a Bologna... stavolta in macchina, poi ma alla stazione ci sono andato lo stesso...
non torno volentieri nei posti dove sono stato felice, almeno per un minuto... ho sempre il timore di sciupare tutto...
a Bologna non tornavo dal 1985... ero un ragazzo, allora, e avevo mille sogni e una chitarra, come amica del cuore...
1985: e nel mezzo, tra tutto questo tempo, una vita che s'è messa a correre in fretta e furia, scordandosi di me...
allora mi chiedevo che cosa avrei fatto nei prossimi vent'anni... ora lo so, ma allora ne sarei rimasto deluso davvero...
ora programmi lunghi vent'anni non ne faccio più... vivo giorno per giorno, un po' di traverso, un po' a memoria...
andai verso il centro, prima corso marconi, poi, be', poi arrivai in corso san felice... lì, c'erano i miei vent'anni ad aspettarmi...
stavano tutti là, pronti a farmi sorridere e a cercare d'ingoiare quel dannato groppo alla gola che mi era venuto d'improvviso...
sotto quegli archi c'era Ignazio e la sua 4 cavalli, Tommy con i suoi riccioli, Paolo con i suoi panini al salame...
appoggiato a una colonna ci stava Scipio, nel suo cappotto bianco, come un ispettore di polizia giudiziaria...
davanti all'osteria di Massimo ci stavano Rossano e quella ragazza della vecchia jugoslavia di cui non ricordo il nome...
seduto per terra c'era Massimo e i ragazzi dei CCCP con le loro teste rasate e codino come un mandarino...
a sinistra, con le persiane socchiuse, c'era la pensione di Rosy: coi fiori freschi sui balconcini di altri tempi...
tornano tutti gli amici miei... come se non ci fossimo lasciati mai un attimo, mai... giovani come allora...
come se tutto il tempo passato fosse solo servito ad avere più voglia di ritrovarli, lì, nei loro vent'anni da fare rabbia al mondo...







mi sono appoggiato al muro dell'angolo... ho acceso una sigaretta... non vedevo altri che loro... ho sorriso, così, così...
eccoli, penso... e poi, vedo Silvia, e lì cuore mi scoppia... e vorrei riavere quegli anni, anche solo per cinque minuti...
erano tutti lì, erano tornati tutti, o forse non ce ne eravamo mai andati per davvero... siamo rimasti là, per tutto questo tempo...
e abbiamo visto Bologna farsi diversa... perdere il sapore delle cose, lasciarsi alle spalle partite a carte e vino in bicchieri vecchi...
abbiamo visto la pensione di Rosy che veniva smantellata... i fiori freschi gettati via, e le ragazze scendere le scale...
a una a una... come una processione triste... per andare altrove, verso una vita diversa, nuova e meno familiare...
entro nell'osteria di Massimo come qualcuno entra in una chiesa... be', anche lì ci deve essere passato qualche santo...
le cose di una volta erano sparite... le vecchie foto alle pareti sostituite con la pubblicità a specchio di bibite e whisky...
altra cosa, altri tempi... intorno non c'è nessuno... i ragazzi sono andati a vivere la loro vita, come ho fatto anch'io...
chissà che vita avrà poi vissuto Silvia, con gli occhi grandi come un oceano e dolci come il profumo dei fiori di tiglio...
Silvia veniva da Venezia... scappava da casa... la prima volta che la vidi all'osteria mi sorrise come una ragazzina...
mi salutò presentandomi i palmi delle sue belle mani... come per farmi vedere la sua linea della vita...
ci si annusò come fanno i cani... ci trovammo simili, della stessa razza... passammo insieme dei giorni bellissimi...
solo per avere avuto un figlio, nato in una notte d'estate, dopo chitarre e risate sulla spiaggia di Rimini...
notti fatte apposta per chi sogna... notti che ci può nascere un amore, e poi, cosa normale, anche un figlio...
solo che un figlio nato così, per certa la gente, sembra che sia venuto più da Marte che da una bella notte d'estate...
te lo indicano ogni volta, come fosse l'unico ad avere due orecchie e un naso e una bocca per sorridere...
come fosse l'unico ad avere due piedi svelti per correre dietro a un pallone, e tirare sul filo del palo per fare gol...
un figlio senza una famiglia te lo indicano come uno che non può vivere una vita normale, come tutti gli altri...
la gente della TEORIA, che sa tutto dell'amore, che lo conosce a memoria e tutto, ci fa caso a quel ragazzetto...
Puttana una volta puttana sempre, ecco... e per una donna la vita mica era poi tanto semplice...
è che mi ritornano alla mente cose dette qualche giorno fa su certe canzoni, tra tutti quelle di De André...
è facile pensarla male, e comoda... come sentire certe puttanate intorno all'amore, da parti di esperti del genere...
Amore e Libertà... su queste due cose ne senti dire mille: politici, grandi studiosi, esperti, preti e suore...
alla fine, scopri che non ne sanno un cazzo... che sanno tutto IN TEORIA, ma con la teoria ci fai niente, nella vita...
io, ho sempre avuto difficoltà a rispondere a certe domande, tipo: Cos'è per te l'amore?... parlame un po'...
così, te lo chiedono con la semplicità di una domanda di un gioco a quiz: Dimmi, cos'è per te l'amore?...
io non so rispondere... di botto, così, mi viene da incazzarmi... certe domande non esistono, semmai ci sono risposte...
e le trovi nei gesti, in uno sguardo, nell'entusiasmo e nelle mani... lo trovi nella tua testa e nel tuo stomaco...
l'amore te lo senti addosso, come un mantello o come un macigno... lo devi capire e poi gestire, perché non è facile...
ti agita le mani, le idee... ti spettina come vento del nord.... ti sveglia a metà notte, e ti fa fumare e occhi matti come cavalli...
l'amore e la vita, resto dell'idea che non si spiegano, e soprattuto: non si insegnano... semmai si imparano...
e chi ha la presunzioni di volerti insegnare l'amore e la vita, quello ne ha capito meno di te...
c'è chi ti spiega la vita e l'amore con frasi tanto banali da far schifo... sta lì a parlare, con frasi imparate a memoria...
frasi imparate a memoria, come preghiere, che non ci fai più a caso a quello che dici... non le senti nemmeno più...
la vita e l'amore a memoria, come cose tanto scontate e assurde... troppa gente vive solo di TEORIA...
non ha mai provato a salire su un albero, da dove il cielo ti sembra più vicino, per provare a prendere il volo...
magari la cosa non riesce nemmeno se ci provi, ma al pensiero che troppi nemmeno ci provano, a me sembra orribile...
ci sono cose in giro tipo: Come raggiungere l'orgasmo... altri profeti di questa vita piena di santi in terra...
ma, mi chiedo: come cazzo si può insegnare una cosa che viaggia solo nella tua mente, nel tuo corpo, nell'istinto...
sarebbe un po' come dire: Come si diventa Van Gogh... sputato, ma impossibile... tu ce la puoi mettere tutta...
ti compri bei pennelli e bei colori, puoi chiamare tuo fratello Theo, se non s'incazza, ma Van Gogh non ci deventi per questo...
viviamo in un mondo di maestri di vita... e noi, come coglioni, ci stiamo a bere di tutto...





l'ultima volta che vidi Silvia, era nel mese di gennaio, nevicava, quel giorno... Bologna sembrava un presepe appena fatto...
mi disse: Gabriele, cerca di diventare più famoso possibile... parlava della musica, al di là degli anni bui che sarebbero venuti...
Tu guarda di non farti cambiare, dissi io, nel mio giubbotto, guarda di provare a non farti cambiare...
ci sono storie che nascono e muoiono in poco tempo... non è che siano meno importanti, né grandi...
è solo che sono nate per essere più brevi, raccolte in un piccolo riccio... ma non te le scordi lo stesso...
hanno avuto il tempo di una farfalla, fare un volo intorno alla luna, e poi scivolare dritti dritti nel tuo cuore... per sempre...

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