giovedì 6 dicembre 2012

l'isola di wight

è per noi l'isola di chi
ha negli occhi il blu della gioventù




Sono davvero contento che nessuna sedia sia vuota, qui, davanti al camino...
stasera vorrei dipingere ad acquerello... "farvi" vedere un'epoca, e un poco anche raccontarvela...
farvi sognare... e immaginare che certi sogni sono già avvenuti, e oggi potremmo chiamarli speranze... ma iniziamo dal principio...
un giudizio su cose o persone, una valutazione, si da, spesso, in base al luogo dove incontriamo queste cose o persone...
faccio un esempio: se voi vedete un cumulo di mattoni in un cantiere, voi nemmeno lo considerate: è esattamente quello che vedete...
vabbè, spostiamo quel cumulo di mattoni da un'altra parte, lo prendiamo da quel cantiere e lo portiamo via di là così com'è...
e, senza spostarne nemmeno uno, lo portiamo in una delle sale grandi del museo d'arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze...
quello che vedete ora è lo stesso cumulo di mattoni, con tanto di targhetta e titolo: Casa ai tempi del governo Monti... che pensate?
che, quella cosa là, è un'opera d'arte... magari assurda, magari deliberatamente satirica, ma comunque sia è un'opera d'arte...
visto?. è bastato spostare un semplice cumulo di mattoni da un cantiere a una sala di un museo per farvi cambiare giudizio...
mia figlia, mi ha raccontato un fatto a sua volta narratole da una sua professoressa d'università, ed è un altro bell'esempio...
la professoressa, legge a un gruppetto di studenti alcune belle frasi: poesia pura, ecco... all'apparenza, poesia pura e netta...


 


poi chiede ai ragazzi: Di chi sono queste belle parole? di quale poeta o scrittore? e voi, cosa ne deducete, da queste frasi?...
i ragazzi hanno iniziato a dire di tutto: Whitman, Hesse inedito, Pascoli e via dicendo... si stavano incazzando tra di loro, ecco...
la professoressa li stava a sentire ridacchiando sotto i baffi - i baffi non credo ce li abbia, ma 'ste frasi fatte ce li han messi dentro, ecco...
perché ride, la professoressa?... per l'acutezza di certi concetti? per aver sentito il nome del poeta in questione? oppure per altro...
vabbè, li lascia sfogare per una ventina di minuti... poi, apre la borsetta... mette dentro una mano, la destra, e tira fuori una cosa...
'sta cosa la prende tra le dita, pollice e indice, mano destra... è una piccola bustina di tè, di colore giallo ocra, bellissima, per dire...
direte: vabbè, e allora?... forse voleva dire che era giunta l'ora del tè?... No, non aveva voglia di nessun tè, la professoressa...


 


i ragazzi piano piano fanno silenzio... anche l'ultimo, il più infervorato, si ferma a metà: Cristo!, è di sicuro qualcosa di John Koethe o...
la professoressa chiama 'sto ragazzo alla cattedra... gli passa la bustina del tè, e gli dice di leggere ad alta voce le frasi scritte sopra
le frasi sono le stesse che lei ha letto mezz'ora prima: precise: quelle... la descrizione di quel tipo di tè da parte di un pubblicitario...
ecco, poche frasi, magari smielate, o anche messe lì con la sola e unica intenzione di far sentire dentro quel tè anche ciò che non c'è...
se quelle frasi le leggete nella vostra cucina, saranno solo parole che descrivono un prodotto, in un'aula diventano frasi di un poeta...
l'ho presa larga, troppo, per dire che ogni cosa o ogni persona assume un ruolo a seconda del luogo dove noi la incontriamo...



stasera mi sono preparato delle bustine di tè anch'io, per dire... così posso arrivare al nocciolo della questione, direttamente...
stasera, vorrei fare un ritratto ad acquerello di un'epoca... lo vorrei fare come se fossimo assieme, davanti a un caminetto...
con in mano i nostri fottuti ricordi di quando eravamo altra cosa, una bottiglia di vino, e musica per le nostre anime invecchiate...
accadde una vita fa, 'sta cosa... quell'isola non sarebbe stata mai più la stessa... sarebbe diventata storia e leggenda della musica...
da Portsmouth li potevi vedere, in quello scorcio d'estate di una vita fa... erano giovani, belli e pieni di vita... una vita fa, più o meno...


dovevi vederli viaggiare sui treni dalle locomotive gialle, e sorridere come lo fa solo il sole in un mattino di primavera...
si erano portati dietro cappelli, casacche, tende da campeggio, chitarre e qualche bongo... pelle di tamburo, per le notti...
venivano da Southampton e Portsmouth... avevano riviste in mano e sigarette da fumare... a vederli ti saresti messo dietro loro...
saltavano su sopra battelli bianchi e neri... loro, così vivi, colorati e con nell'anima una barca di sogni e di grandi speranze...


era l'anno dell'uomo sulla luna, della strage di Charles Manson, del primo volo del Concorde, di Pompidou in Francia...
era l'anno di Gheddafi in Libia e Hi Chi Min in Vietnam... ma anche di Easy Rider, di Woodstock e dell’Altamont Free Concert...
era l'anno in cui i Beatles decisero di dividere le loro strade... era l'anno di Let it Be e di Abbey Road... era la fine di un'epoca
c'erano i Rolling Stones, i Led Zeppellin, Bob Dylan e Pink Floyd a segnare tappe memorabili della storia del rock, e della vita...


da quel momento, anche se nessuno, lì. allora, lo sapeva, il mondo non sarebbe mai stato più lo stesso: altre cose, altre vite...
intanto, se tu fossi stato lì, in quei giorni di fine estate di una vita fa, avresti potuto vederli tutti quei ragazzi, belli e colorati...
sorridenti, vivi... con negli occhi quel qualcosa di blu, per sempre... il lunedì seguente, qualche imbecille scrisse che loro, i ragazzi, era stati attratti da qualcosa come l'oppio dei popoli...
tutti quegli imbecilli che scrissero certe puttanate, non avevano capito un cazzo, di quei ragazzi e dei loro fottuti sogni...


 


l'oppio dei popoli è altra cosa: e si sa, ha fatto danni a tutta l'umanità... e ancora oggi serve solo a scopi ben precisi... vabbè...
eccoli, i nostri ragazzi, liberi... al di là degli anni di privazione che sarebbero venuti... liberi da tutti quei pregiudizi che prima, e poi dopo, e fino ad oggi ci stanno massacrando l'anima, e il senso di libertà...
venivano da Southampton e Portsmouth... e avresti dovuto vederli saltare giù dai battelli, come farfalle uscite da un bozzolo...


 


con i loro concetti di peace and love, pace e amore, flower power, summer of love, e tutti gli altri slogan del periodo hippie...
tende e sacchi a pelo e ragazzi sugli alberi per vedere il concerto, un furgoncino con il poster di Dylan di Milton Glaser...
eccoli qua... i ragazzi di allora, quelli che cercavano una via di uscita dal mondo...
hanno ascoltato cantare e suonare Dylan, appena rimesso a nuovo, i Family, il rock sinfonico dei Moody Blues, e Tommy...
Tommy degli Who cantato da Roger Daltrey, tutto ricciolo, giovane e biondo... nei panni di un ragazzo e di un messia...
hanno dormito in sacchi a pelo, tende colorate, tutti assieme... unica anima...
oppure, si sono inventati un altro modo per dormire, liberi, perdio... liberi...



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