sabato 1 dicembre 2012

sognatori di sogni

Gimme, il mio amico assente






Quelli della mia generazione sono cresciuti, quasi tutti, con dei miti... oggi, il termine MITO ha perso il suo senso...
si chiama MITO tutto quello che va di moda... e canzoni un po' stupide c'hanno messo su il carico a undici...
il MITO è qualcosa di sacro: come una fiaba... qualcosa che viene da lontano, che è diventato un sogno...
non sto parlando dei miti grci né di tutto questo... sto parlando di quelli che abbiamo avuto noi, per vivere...
i ragazzi di Woodstock, tanto per dirne una, stavano, senza nemmeno saperlo, cercando di tornare agli inizi...
di certo, se qualcuno di voi fosse stato giovane nel '68 sarebbe stato con il culo di fuori o le tette al vento...
allora, quei ragazzi non lo facevano tanto per spudoratezza, quanto per una nuova forma di libertà... ritornare al mito
un po' come gli schiavi di Sparta, riprendersi la libertà tutto a un tratto, ritornare all'inizio... non avere niente...
va detto che, molti di quei ragazzi, negli anni venuti dopo, hanno rinnegato del tutto quei giorni un po' folli...
questo perché, in un fenomeno di massa, come un fiume in piena, ci si porta dietro un po' tutto: acqua e detriti...
voglio dire, accade sempre, in ogni corteo, per dire, che una buona parte di quelle persone non sappia perché sta lì...
l'acqua va, sono quelli che ci credono, che vanno avanti, anche dopo... che non stavano lì tanto per fare numero...
che non significa andare con il culo di fuori o le tette al vento per sempre... vuole dire non vergognarsi di averlo fatto...
c'è chi ha vissuto male, dopo: si sentiva ricattabile: Sta a vedere che ora mi tirano fuori la foto con l'uccello a penzoloni...
altri che ho conosciuto, hanno vissuto una vita non facile, magari... non hanno accettato posti in banca e tutto, per dire...
sono diventati artigiani, hanno preso un tronco di legno e poi hanno provato a tirarci fuori un Pinocchio, ecco...



hanno continuato a sognare, a rubare alla quotidianità ogni minuto possibile, ha salire sopra un albero... a non capire
visti da lontano, quegli anni hanno addosso la magia delle cose passate, il profumo dell'estate e suoni di chitarra...
ma le delusioni non sono mancate... per tanti fu come il ritorno da una vacanza durata due o tre anni, e fu tremendo...
come accade la sera che tu torni a casa dopo un viaggio: ti senti un po' perso, ti sembra che quella non sia casa tua...
ho sempre ammirato quelli che non si arrendono: quelli un po' matti persi: quelli con la testa appoggiata sul palmo della mano...
va detto: la musica che nacque negli anni '60 e '70 resta ancora oggi insuperabile: è il simbolo di una svolta epocale...
Gimme, un mio amico, amico assente, era dell'idea che se la vita non la prendi sottobraccio, prima o poi la perdi...
era bello vederlo arrivare a scuola, aprire il suo zaino verde militare e tirare fuori Foxtrot dei Genesis o un libro di testi...
il fascino di quei giorni non l'ho riprovato, devo dire... era un po' come il bambino che dice Mamma la prima volta
poi, nella vita, quanti miliardi di volte la ripeterà quella parola, ma l'incanto di quella sera, be', quello non si ripeterà...
come ho conosciuto Gimme? ovvero Come siamo diventati inseparabili sognatori di sogni e musica e fottuta poesia?
con un mio tema al compito di italiano: titolo: L'amicizia: ecco, su questo argomento si va smetto fuori tema, è un attimo...
una professoressa ti da un titolo, semplice: L'amicizia, e tu o fai una cosetta scontata e ti accontenti di un 6 o 6 e mezzo...
o scrivi quello che ti passa per la testa, quello che è per te è davvero l'amicizia, è ti accontenti di un bel 4+...
prendi un bel 4+ e una bella figura di merda... sì, perché poi, andò a finire che quel tema, una mattina, venne letto in aula...




ma non letto per sottolineare: Ma quanto è bravo 'sto ragazzo... no, letto per dire: Ascoltate cosa cazzo ha scritto questo...
nel tema, avevo raffigurato l'amico come un cavaliere: un cavaliere elettrico: era il 1979 era appena uscito The Wall...
avevo buttato giù tutte le idee che mi rigiravano per la testa, con un gran bel finale: roba da restarci secchi, devo ammettere...
lo spunto sul cavaliere elettrico l'avevo tirata via da un film appena uscito, con Robert Redford e Jane Fonda...
devo ammettere: non avevo visto il film... e, dopo quella figura di merda di quella mattina, mi sono rifiutato di vederlo...
a intuito non mi sembrava un film di fantascienza, e così ce lo mise dentro al tema di buzzo buono, quel cavaliere d'argento...
eravamo tanti in quell'aula: 34 ragazzi: ma pochi quelli che sognavano: pochi... insomma, la professoressa lesse il tema...
lo lesse con quel sorriso da ebete di chi è consapevole che sta per sputtanare qualcuno a suon di commenti e sorrisetti imbecilli...
i sorrisetti imbecilli venivano da ragazzi come quelli che noi chiamavamo Duo Fasano o cose così... ragazzi con giacchetta...
insomma, la cosa andò avanti per un po': anche allora, quando scrivevo certe cose, devo aver fatto due palle così, alla gente...
insomma, per quella professoressa così banale e senza sogni, io ero andato COMPLETAMENTE fuori tema...
fosse stata una con i coglioni me l'avrebbe detto in maniera più chiara, tipo: Ma cosa cazzo sei andato a scrivere?...
ma lei era di vedute ristrette: anche gli occhiali d'oro falso che teneva sul naso erano già fuori della sua portata...
vabbè, l'ho rivista qualche mese fa, sempre mezza rincoglionita, un po' come allora... dico: Buon giorno, professoressa...
glielo disse alla Benigni, per dire... lei mi puntò gli occhiali d'oro falso sulla faccia come qualcuno fa con una pistola...
aprì appena appena la bocca, ma non riuscì ad essere affascinante... cercò di sorridere, ma le venne abbastanza male, la cosa...
poi, dopo aver ripassato a memoria tutto il Canto Primo della Divina Commedia, riuscì a dire: Ci conosciamo? Lei chi è?...
ricordo che in quel momento passò un camion della nettezza, lei lo guardò schifata, e dopo fece un gesto con la mano...
va detto: non era passata una ventata di cioccolata calda... lei si tirò sullo stomaco la borsetta, così da metterla al sicuro...
stavo cercando una domanda, tanto per farla parlare: lei fece prima: Non vicordo di avevla vista... aveva la erre ben moscia...
mi sono sempre domandato se fosse stata la erre la cosa più moscia che aveva, la mia professoressa di lettere e occhiali...
stava per arrivare l'autobus, meno puzza senz'altro, ma quella c'avrebbe trovato certo qualcosa da criticare anche lì...
così, approfittai della situazione, le guardai due o tre volte la borsetta, che oramai era al posto dell'intestino, e me ne andai...
appena voltate le spalle, mi dissi: Troppo stronzo... mi voltai, lei stava a a guardarmi, all'inizio del Secondo Canto di Alighieri...



dicevo, Gimme, fino a quella mattina era un amico, ma non avevamo mai scambiato parola sulla musica e tutto...
dopo che la Rottermeier ebbe finito lo sputtanamento, lui mi venne vicino e mi chiese: Lo sai chi è Peter Gabriel?
gli disse che sapevo chi fosse, ma lo conoscevo poco... i Genesis mi arrivarono tardi: quella mattina del 1979: e meno male...
Quello che hai scritto assomiglia tanto a quello che scrive Peter Gabriel nei testi delle canzoni dei Genesis, fa Gimme...
la mattina dopo arrivò con The lamb lies down on Broadway... era un doppio album, davvero meraviglioso: eterno...
di questo disco ho parlato ampiamente in Per amici assenti... e non dico altro... la meraviglia non ha tante parole...
diventammo inseparabili: lui portava i capelli alla Jimi Hendrix: sembravamo due che hanno appena finito un concerto rock...
per me, Gimme è stata una persona importante: gli devo alcune cose: spero che possa tornare da dove è andato a finire...
e spero che stasera possa leggere queste cose: cose da due palle così: come si faceva nei temi in classe di italiano, allora
e spero che la vita se la sia sempre tenuta sottobraccio... che le abbia dato filo da torcere e tutto... e che sia sempre uguale...
me lo vedo, lì, chissadove, a ripensare a quelle mattine, alle sigarette nel corridoio, e a tutto quello che poteva essere...
a tutto quello che poteva essere e non è stato, ma va bene lo stesso... abbiamo sognato, e ne siamo stati davvero felici...
pensa, Gimme, a tutti quelli che non l'hanno mai fatto... pensaci un attimo... almeno noi abbiamo dei ricordi, e non è poco...
pensa, Gimme, a quante cose non avrei saputo, se tu non ci fossi stato... vorrei dirti che, ora, le ho imparate...
e certe sere, quando la vita proprio non gira per il verso giusto, basta staccare una foglia di quei ricordi, e tutto passa...
ci siamo messi via le scorte dei sogni, da usare nei giorni che non hanno un senso, come piccoli scoiattoli, come loro...
negli inverni che ti aspettano, quelli della vita, ti fa piacere non sentire troppo freddo... non avere mai le mani troppo gelate...
avrei bisogno di dirtelo, e te lo dico: ricordi quel disco dei Pink Floyd? quello con la mucca e tutto?... che io ti avevo dato?
sappi che l'ho ricomprato, stessa edizione: stessa mucca e tutto: se lo apri c'è la stessa foto in bianco e nero... sputata...
ma quello che ti avevo dato più di trent'anni fa, be', vecchio amico mio, ora è tuo... questo volevo dirti, per ogni buon conto...


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