domenica 2 dicembre 2012

amarcord

io, mio zio e una cassetta
di uva bianca




di alcune persone ho sofferto la loro mancanza, come gli amici che scompaiono in un attimo...
poi, le assenze diventano ricordi, e quelli restano... restano nei tuoi occhi, nel tuo cuore e non c'è niente da fare...
allora, devi accontentarti dei volti, dei suoni lontani di voci lontane e oramai andate via, di quello che hai dentro...
in certe sere che la vita ti sembra un ingombro, basta che tu tiri fuori una cosa da quel taschino accanto al cuore...
e allora, ti sembra che tutto il tempo passato sia passato in un istante, nemmeno quello di rendertene conto...
potresti fare finta di niente, accenderti una sigaretta o ingollarti un bicchiere in un sorso, e magari poi tutto passa....
potresti fare finta di dimenticare il tuo passato, le tue cose dell'anima, i posti stessi dell'anima e guardare chissadove...
ma così, in quello stesso preciso momento, ti renderesti conto che niente avrebbe avuto un senso di quello che è stato...
dei tuoi anni da ragazzo, o di quelli più in là nel tempo, resterebbe solo il vento che ti è passato nei capelli...
delle tue rabbie, dello schifo che hai sopportato, resterebbe solo cattivo odore e non la tua forza guadagnata...
e allora, in certe sere che la vita ti sembra un ingombro, basta che tu riprenda quel filo di aquilone che hai lasciato....
prendi a caso qualcosa da quel fottuto taschino accanto al cuore, e ti ci danni l'anima e tutto il resto...
in quel preciso istante, senti una musica che riparte, una voce che riprende a cantare, e tu ti ritrovi a sognare...



come se un vecchio mago ti prendesse per mano e ti riaccompagnasse al di là del tempo, al di là dei giorni...
e istante dopo istante ritrovare qualcuno che avevi proprio dimenticato, nelle fottute pieghe del tempo andato...
e rivederlo lì, come allora, con gli occhi giovani di ieri, con tutta la spensieratezza che ti eri davvero scordato...
e rivederlo mentre si lecca un gelato oppure si tira indietro i capelli o mentre accarezza il volto di una ragazza...
e lì, vorresti chiedergli scusa per qualcosa che è successo allora, ma non ricordi nemmeno più il motivo...
come se il tempo fosse servito a lavare via tutte le cazzate combinate, lasciando un mondo tutto lindo, pulito...
io lì, ragazzo di vent'anni, e più in là il mondo, vecchio di milioni di anni che ne ha viste tante, da non poterle raccontare...
Beatles - Abbey Road (1969)

Fai della tua vita una cosa bella, mi disse, una sera lontana, un mio zio, la sera che stava per prendere il volo...
i suoi occhiali diventati più grandi della sua faccia... e le sue mani tutt'ossa con le dita lunghe da pianista...
leggero come un passerotto sopra il tiglio grande, che invece di prendere il volo, ora cadeva leggero, leggero...
e intanto, leggera, da un altro mondo, suonava la musica di Paolo Conte, e lui aveva il sorriso nei suoi occhi....
e sul comodino: La Morte a Venezia, chiusa per sempre dove von Aschenbach  guarda Tadzio e la sua gioventù...
lo ricordo, mio zio, quando andavamo a Venezia... ero un ragazzo allora, e dovevo imparare la vita e tutto il resto...
io, mio zio e una cassetta di uva bianca: a vederci c'avranno scambiato di sicuro per due matti persi, quelli là...
lui, con il suo panama bianco, e io con i miei capelli mossi dalla brezza della laguna, in giorni che ricordo appena...
ci si metteva seduti, i piedi a penzoloni e la cassetta d'uva tra noi due, come fosse una donna ancora indecisa...
mio zio che mangiava lento, via la pelle e poi, piano toglieva i semi dagli acini, come Troisi in Ricomincio da tre...
parlavamo di me e della rivoluzione francese, di lui e dei sacrifici umani degli Aztechi, di cazzate e di Hermann Hesse...
mi diceva: L’arte non è un mondo che inizia e finisce nello spazio di un'ora, è piuttosto la somma di molti linguaggi...




già, come chi ama la musica ama anche gli oggetti che hanno saputo contenerla... le copertine dei vecchi dischi in vinile...
hanno il rumore di un fuoco che scoppietta sul caminetto nelle giornate grigie e fredde di inverni ormai lontani....
si sono prese la nostra anima in un attimo, come una donna che ami da sempre, e per sempre, e che conosci oggi...
erano l'odore dei fazzoletti al mentolo dei giorni che andavano a cadere sotto l'albero di Natale, nella neve fresca...
Le Orme - Felona e Sorona (1973)
le copertine dei dischi in vinile ci riportano alle mattine di festa dove si poteva dormire un po' di più, e sereni...
erano il tempo che andava più lento, quasi che fosse il cuore a dare il ritmo alla vita, e non un mondo coglione...
erano i tuoi occhi che andavano a scoprire i dettagli, e che poi, meravigliati, si scoprivano incantati e sorridenti...
erano tua madre che ti chiamava che era pronta la cena, i passi sulle scale, l'odore di minestra e la fine della giornata...
erano la faccia di luna di In the Court of the Crimson King, e l'idea stessa che avevi un mondo tutto tuo, lì dentro...
King Crimson - In the court of the crimson king (1969)
il volto di un uomo spaventato, con gli occhi spalancati, mentre urla... erano le finestre di un palazzo urbano ai numeri 96-98 di St. Mark's Street di Physical Graffiti degli Zeppelin: gioco di incastri... gioco di incastri e gioco di incanti...
erano il collage di più foto scattate nella stessa stanza, a rotazione, di Ummagumma dei Pink Floyd....
era la pista dell'aeroporto di Biggin Hill, nel Kent, gli strumenti e tutto......
le copertine dei dischi in vinile, erano le strisce pedonali più famose al mondo, quelle davanti agli studi di Abbey road...

Led Zeppelin - Phisical Graffiti  (1975)
Erano John, Paul, George, Ringo... eravamo noi... erano la nostra gioventù, i nostri fottuti vent'anni... erano quelle dannate 6.500 lire che non avevamo mai da spendere...
erano le 6.500 lire che si trovavano lo stesso... era l'Inghilterra vittoriana dei primi enormi dischi dei mitici Genesis...
era la ragazza con la testa di volpe di Foxtrot... erano gli anni dove la fantasia veniva prima del denaro, dove le puttanate erano solo qualcosa su cui poi riderci su....
erano noi, e erano gli altri... erano la musica che poi potevi ascoltare sul disco... erano davvero un altro mondo...
Genesis - Foxtrot (1972)

Erano la cassetta di uva portata a zonzo per le calli di Venezia come fosse un bambino che non sa ancora camminare...
erano mio zio e i suoi occhiali e il suo panama bianco, erano i miei passi doppi per potergli stare dietro, e andargli davanti....
Volevo che le persone guardando le copertine potessero ascoltare la musica, diceva Alex Steinweiss: Amo la musica da morire.....
Pink Floyd - Atom heart mother (1970)

Ora è morto, Alex Steinweiss, l'inventore delle copertine dei dischi in vinile: lui, che diede un senso alla musica...
da ragazzo guardava le copertine tutte uguali dei dischi degli anni 40... lui, una notte, ci sognò sopra, e non ha mai smesso...
diceva: Ho l’ambizione di fare cose che vanno ben al di là di quel che mi pagavano... lo faccio per me, e per i miei sogni...
e noi, ragazzi invecchiati, tanti anni dopo, in un secolo nuovo e bastardo, non abbiamo ancora smesso di sognare...

Led Zeppelin - IV (1971)



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