sabato 29 dicembre 2012

il mio amico Luigi

senza la memoria
la vita è come un libro
che si sfoglia a caso





Mi resta solo un po' di nostalgia di tutto quel che ho perso: le cose buone e le persone care...
ci sono persone che hanno vissuto la loro vita, i loro drammi, e le loro storie... molte di queste erano più fragili di altre...
spesso i conti li facciamo con noi stessi... li facciamo da soli, magari di notte, magari al buio... sono i momenti della verità...


Nessuna colpa può essere addossata a chi vive la propria vita inseguendo amore e sogni... nessuna colpa, perché questa è la vita...
potremmo parlare di mille persone, mille uomini... io, preferisco l'individuo alla massa... e stasera parlo di un uomo.. un uomo solo...
una camera non di lusso...mobile a cassettoni e poi uno specchio, due sedie, un letto e una vecchia scrivania....
lui ha la bocca impastata...è agitato e stanco, telefona a Valeria, la ragazza che doveva dargli un figlio, un figlio che non è arrivato...




Valeria è la sua ragazza segreta... la sua donna della vita... stava per dargli un figlio, prima di essere investita da un’auto e abortire...
lui le parla del loro futuro: un casolare per andarci a vivere... parlano del figlio perso, ma sono giovani, e ci riproveranno...
da giovani è diverso, hai voglia quanta ce n'è di vita... quanti anni da poter condividere, quanta vita da vivere assieme, lui e lei...
nemmeno due ore prima aveva avuto una delusione, grande, enorme... ma forse era solo un'altra, da sommare a tante altre...
s'era addormentato sul sofà del foyer del casinò... lo svegliano, c'è una cena: l'altra sua donna, Jolanda, sale con lui in auto...


 

la sua guida è folle... per poco non ammazza un suo amico... porta Jolanda al ristorante, ma lui non ci sta: torna in albergo...
sì, la serata era stata un vero disastro... proprio l'ultima goccia arrivata a cadere in un vaso già un po' troppo pieno...
la sua camera è la più lontana dalla hall, con affaccio su via Fratelli Asquasciati... l'orologio messo sopra la scrivania segna l'una...
è una notte italiana... una di quelle di fine gennaio che già ti fanno pensare ai bei giorni di primavera che poi verranno...


Tante cose lo hanno deluso nella vita... la sua infanzia di figlio illegittimo, la sua tristezza di ragazzo, il vino venduto sfuso in via Rimassa...
tante cose lo hanno deluso nella vita... e ora ricorda il suo primo amore di ragazzo, Rossana, la bella bambina dagli occhi dolci...
ricorda le rose che le prime regalò e un biglietto in cui le diceva: A te, che come le più belle cose sei nata in primavera...
ricorda la sua prima band, la mitica Jelly Roll Morton Boys Jazz Band... un clarino che lui suona, e un banjo suonato da Bruno...
ricorda l'altra band: I diavoli del rock, con Gino, Fabrizio e altri amici del tempo... al ritmo di papparapapparapà felici – bum!...
ricorda gli amici degli anni venuti dopo: la maestria di Giampiero, la tournée in germania con Giorgio, Adriano e nessun soldo...
ricorda Stefania, una bella ragazza che piaceva anche a Gino... i due amici si separano per un po', per via di Stefania...
e Valeria, ventiduenne, studentessa universitaria a Roma... il suo amore... di quegli amori che tieni per te, e non dici niente a nessuno...
ricorda le prime gioie della sua arte... le donne che ha amato in segreto, lontano dagli occhi del mondo... amori suoi, per sempre...
con i soldi in tasca, in queli anni, in certi ambienti, ti viene di provare qualcosa di nuovo... lui prova lo sballo: Lsd e mescalina...
ricorda il suo primo incontro con Jolanda, nata in Egitto e cresciuta a Parigi... è subito un fiume di emozioni, un amore nuovo...
vive con Jolanda, intanto che aspetta un figlio da Valeria... la situazione non è semplice, la vita non è mai, mai davvero...



poi Valeria perde il figlio, e lui le scrive: Perdonami, perdonami, se puoi... Sono solo un uomo, e non tra i migliori....
in quei giorni si sente un uomo distrutto... finito...  le scrive: perdona i miei difetti, sono una nullità, mentre tu sei pulita....
le scrive ancora: Mi sento sull’orlo di un baratro... Come ho potuto arrivarci!... Perdona la storia con Jolanda e tutto il resto...
Luigi le scrive ancora: Potrai perdonarmi amore mio?...
Luigi le scrive ancora: avremo i giorni e le notti tutte per noi, potremo parlare, prendere il sole, fare l’amore, riscoprire il senso della vita
Jolanda ritorna dal ristorante: sono poco più delle due di notte: è il 27 gennaio del 1967: siamo a San Remo, in Liguria...
Jolanda arriva alla camera 219: la porta è socchiusa... c'è silenzio in quei corridoi della notte... c'è un fottutissimo silenzio...
la porta è socchiusa... la luce accesa... Jolanda entra, chiama... silenzio...
Luigi è là, sdraiato a terra, immobile... vestito con l’abito scuro e una camicia bianca un po’ aperta... Jolanda caccia un urlo...
Jolanda non capisce... non capisce cosa possa essere successo....
arriva Lucio Dalla... Jolanda, Dalida, tiene Luigi abbracciato, sollevandolo per il busto... Jolanda si alza in piedi.... è terribile...
il suo vestito è imbrattato di sangue... scappa dalla stanza, nel corridoio, e gridando in quel silenzio delle due e passa del mattino...
Lucio Dalla singhiozza seduto su una sedia dell’atrio, vestito soltanto con un pellicciotto sulle spalle....
la notizia della morte di Luigi si diffonde.... la hall del Savoy si riempie di una gran folla... Dalida urla: Assassini! Assassini!.....
Dalida consegna al commissario il biglietto che ha trovato sul tavolino della stanza di Luigi.......


      


       
Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente 5 anni della mia vita....
...Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro).......
...ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale....
...e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno....
Ciao. Luigi.


 



Sulla sua morte se ne sono dette tante, e io non dico niente.... a me bastano le sue canzoni, e un suo ricordo, stasera...
La notte che presero il vino e ci lavarono la strada. Chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada?.......


E ricordate, senza la memoria accade che la vita è come un libro che si sfoglia a caso.

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