giovedì 6 dicembre 2012

re lucertola

il mio amico Jim






Luisa m'ha chiamato stamani mattina presto... mi fa: ho copiato tutte le tue cose che scrivi su twitter, tutte quante...
che Luisa stesse facendo questo me l'aveva già detto Tommy la domenica della nostra pittura post- impressionista...
che Luisa fosse un po' matta, invece, già lo sapevo... vuole che faccia pubblicare tutte le cose che scrivo qua sopra...
e Tommy, fratello di Luisa, ha già trovato il titolo e tutto: Per Amici Assenti LIVE... manca solo una chitarra, per dire...
poi, Luisa mi fa: Faccio un salto a Parigi, tre giorni, mi sono rotta, vuoi venire anche tu?... dico di no, subito, al volo...
quassù in collina, stamattina sembrava d'essere a fine novembre: pioggia, nebbia come panna montata, silenzio...
ma nei giorni cupi dell'autunno, prima della neve, se hai l'anima in pace, puoi ritrovare te stesso, senza bisogno di altro...
così, le ho detto di no... a Parigi vado sempre volentieri, e ogni volta torno a sprofondare in una città che ne ha di cose da dire
mi ricordo una volta, quasi dieci anni fa, in un'estate che sembrava d'essere in mezzo al sederto... un pomeriggio... bollente
arrivai al cimitero di Montparnasse... in giro: nemmeno un cane... temperatura: 44 gradi: deserto, senza palme, ma deserto...
quel cimitero, fate conto, è grande come un paese... se tu vai là per cercare qualcuno di preciso devi averne almeno un'idea...
l'idea te la danno su una cartina, suddivisa per settori, campi e tutto... lì per lì sembra una cosa facile: leggi, appunti e parti...
di regola c'hanno anche un opuscolo, ma li avevano finiti: Stanno in ristampa, mi fa la ragazza, mezza arrostita, dentro al box...
stavo cercando la tomba di Maupassant, l'ultima... nel senso che ero già stato al Père-Lachaise e altri posti del genere...
mi aspettavo una tomba grande minimo minimo come una chiesa, così puntavo lo sguardo in alto... Hachette... Cassot...
Chevalier... Bourgeois... Blanchard...Lacroix... sembrava d'essere in un romanzo di Simenon con il commissario Maigret...
dopo che stavo per restarci secco, e che oramai il cimitero di Montparnasse lo conoscevo meglio che del mio giardino...
tornai al box: la ragazza era la reclame sputata della bistecca fiorentina: mi guardò come a dire: Non mi rompere il cazzo!
poi la trovai, quella tomba... duemila ore dopo la trovai... un niente con una ringhierina bianca: e quattro margherite smorte...
da noi, se a qualcuno gli fai una tomba del genere, come minimo ti viene a tirare per i piedi ogni notte finché non crepi...
Luisa c'è rimasta un po' male... secondo me queste cose che scrivo stasera non me le riscrive, "a modino", per il LIVE...
per un nostro amico, Parigi, era il caffè Deux Magots che raccoglieva le fottute giornate di Hemingway e Scott Fitzgerald...




era la Rive Gauche, che lo attirava alla ricerca di beate solitudini... dentro la sua bella e giovane cascata di capelli e barba...
per un nostro amico, Parigi era le belle ragazze, il loro sesso e loro mutandine che lui firmava A.R. Arthur Rimbaud...
era Rue Beautreillis, una minuscola terminazione dell’arteria di Parigi ormai prossima alla piazza della Bastiglia...
era dove rue de Rivoli declina in una rue Saint-Antoine brulicante di gastronomie, di zuppe alle cipolle calde e saporite...
per un nostro vecchio amico, Parigi era il sole era alto e il fiato corto, le sigarette fumate una via l'altra, e i silenzi...
va detto, niente lo affascinava più di una breve camminata fino all’antica dimora di Victor Hugo, in Place des Vosges...
e poi, una volta arrivato fin là, sulla panchina nei pressi della fontana, in faccia alla finestra del padre dei Miserabili, scrivere...
Parigi, per un nostro vecchio amico, era una terra nuova dove vivere: la terra di una nuova nascita; oppure della morte...
Parigi, era la fine di tutti i nostri piani elaborati, di ogni cosa che sta in piedi... dei giorni bui e persi dentro chissà quale notte...



Parigi era la fine di giugno, e un'estate pronta ad essere vissuta, tutta, con il sole, oppure... aspettando la pioggia estiva...
Parigi, per un nostro vecchio amico, era, così, senza limiti, e libero disperatamente bisognoso di una mano, di una mano...
Parigi era per lui un semplice alloggio nel quarto arrondissement di proprietà di una sua amica: Elizabeth  Larivière...
Parigi, per un nostro vecchio amico, era quattro stanze ampie, di gusto ottocentesco, nel quartiere di Marais...
Parigi era una camera da letto con scrittoio, da spostare sotto la finestra al mattino, per aiutarsi nel lavoro di scrivano...
Parigi era le sue poesie disperate, novello Rimbaud, che lui amava sopra tutto e sopra tutti gli altri... il poeta veggente...
Parigi, per un nostro vecchio amico, era ripensare a Venimmo nudi, ce ne andammo contusi, per i lenti molli vermi, là sotto...
Parigi era l'aver stregato una generazione di figli della guerra delle vigliaccherie, inneggiando all’amore libero e senza tempo...
Parigi era bere fino allo svenimento, fumare una sigaretta via l'altra... fare casino, farne tanto, a volte, farne pure troppo...
Parigi, per un nostro fottuto amico, era il Bar Alexandre, alle spalle degli Champs Elysées, dove oggi c’è una dannata banca...



Parigi era ingrossarsi il fegato di scotch... visitare il cimitero di Pére Lachaise, ultima casa di Oscar Wilde, Hugo, Chopin...
Parigi, per un nostro grande amico, fedele al proprio spirito, fu una cena in cui mangiò poco e bevve del bordeaux...
Parigi era la tosse che lo svegliò di notte, come avere un cane attaccato al petto... era il respiro che si faceva più affannato...
a Parigi, era il 3 luglio, estate, caldo afoso, notte, e il Rock’n'roll Circus  come meta di bevute smodate, in rue de Seine...
Parigi era la sua ultima notte... le ultime sue parole scritte, i suoi versi di antico scrivano... l'ultima sigaretta fumata...
Parigi era la fine, né salvezza o sorpresa, la fine... non guarderò nei tuoi occhi... mai più... puoi immaginarti come sarà...
la notte del 3 luglio 1971, Jim Morrison muore a Parigi, se ne sono dette tante su quella notte... a noi, di quelle cose, non importa...
Lizard King scompare di scena: ha 27 anni, una amica di nome Pamela, e una certa storia alle sue spalle da lasciare...
Lizard King ha camminato nelle piogge incessanti e fottute di Riders on the storm, omaggio ai cavalieri della tempesta...
Chissà se rifletteva sul suo incarnare la negazione di Dorian Gray, mentre riempiva la vasca di acqua calda, l'ultima sera...


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