lunedì 7 gennaio 2013

il mio amico Dylan

due granelli di sabbia
in un letto







Stasera io vi dico che, la palla che lanciai giocando nel parco, non è ancora scesa al suolo....
ci sono uomini che crescono prima dei loro baffi, e altri che affidano la loro vita a un volo perenne, come tanti Peter Pan...
quelli che poi, ognuno a modo loro, comsumeranno la loro vita per regalarci un attimo di felicità, sono i secondi, i Peter Pan...
John Lennon diceva Il genio è dolore... ovvero sia, il patto con noi stessi per non crescere mai è gioia, ma anche una dannazione...
sarà che alzando gli occhi al cielo, stasera, puoi ancora vedere l'idea esatta dell'amore vero, proprio lì, a nord di Cassiopea...



sarà che i Peter Pan fanno disastri midiciali nella vita civile, non sanno viverci, perché il loro mondo è dietro le Mille e una notte...
sarà che i Peter Pan hanno una nuvola come tappeto, e una foresta non è una macchia, ma sono alberi da guardare uno alla volta...
i Peter Pan sono tutti un po' matti... hanno il cuore grande e mani fatte per accarezzare e parole che sanno farsi ricordare...
i Peter Pan sono tutti un po' matti... non hanno il valore dei denaro, ma conoscono perfettamente il valore delle parole d'amore...
c'è un mio vecchio amico, che i suoi libri, me li porto dentro da quando ero ragazzo, e le sue parole spesso non mi hanno fatto dormire...


  
Se lo vedi in una stanza del mitico Chelsea Hotel... è più o meno tra le braccia dell’amante di turno, più o meno affogato dall’alcool...
è stato un trickster malsano, un dio-bambino capriccioso e perennemente infoiato che collezionava più défaillances che successi...
un fermo-immagine di sublime teatralità: solo così poteva congedarsi dal mondo l’artista vissuto nella totale dissipazione di se stesso
l’accanimento da gran cerimoniere istrionico della dépense, lui, antico, emulando Edgard Allan Poe e preconizzando John Belushi...
a 39 anni, si disse: un buffone selvaggio ed egoista, un uomo tra i più sgradevoli e fascinosi che fosse dato d’incontrare sulla terra...

uno che faceva innamorare... uno che magari era meglio non frequentare, privo com’era delle più elementari norme di educazione....
re dei bugiardi, un universo di smodati narcisismi e di impalpabili pregi, capace di sfruttare ogni occasione per fini biechi e privati...
uno eternamente sul lastrico, un piagnone...uno che non si faceva scrupolo di sfruttare ogni episodio, anche il più risibile e banale...
uno che millantava storie incredibili come Genet e coltivava estenuati estetismi alla Wilde e sprofondava in deliri alcolici alla Fitzgerald
un bohémien irritante ed ultrafamilistico, uno scapigliato, ma con juicio, che pasceva nel suo animo insospettabili e forti nostalgie...
un vigliacco, ecco, uno che per mascherare la propria pavidità preferiva rifugiarsi sotto “la pila sassosa e scivolosa delle parole”....



uno che andava protetto dagli altri e soprattutto da se stesso, piagnucolone e logorroico quando era ubriaco, troppo spesso, sempre
apolitico, obiettore di coscienza per viltà, non per idealità, uno che ringraziava gli amici che lo ospitavano rubandogli argenteria e vestiti
uno che si prendeva volentieri a schiaffi e pugni con la moglie Catlin, avendone puntualmente la peggio, un padre distratto, troppo...
uno che nel caos cominciava e terminava ogni sua giornata, che regolarmente spendeva gli anticipi che gli editori gli concedevano...

"Mai e poi mai, figlia mia che cavalchi in lungo e in largo nella terra delle fiabe del focolare, e per incanto addormentata".....
"devi temere o credere che il lupo con un cappuccio bianco-agnello, saltelloni e belando rozzo e allegro balzerà su di te".....



 

diceva: Dentro di me, dentro di me, cristo!, albergano da sempre una bestia, un angelo ed un pazzo... sono lontani e vicini....
Dentro di me, ci sono una bestia, un angelo ed un pazzo, la mia indagine riguarda le loro opere, il mio problema è soggiogarli vittorioso
eppure questo ricettacolo di vizi e negatività, questo personaggio che sembrerebbe così impossibile, era un genio, lo era, perdio...
lui, dalla vita talmente disperata ed eccessiva da apparire persino grottesca, è stato l’autore di alcuni fra i più perfetti racconti del’900...
ha cambiato la storia della lirica moderna, con le sue poesie, tutte scritte da novello Rimbaud di Cwmdonkin Drive, in giorni bui e persi.


Le sue liriche sono una sarabanda di miti biblici e di panteismi sensuali, di bisticci di suoni e ritmi frenetici, una giostra di giochi fonetici
nessuna sorpresa, quindi, se dopo la morte, ma anche in vita, critiche, pettegolezzi, memorie e biografie si sono accumulate....
oggi, a quasi 60 anni dalla sua morte, resta uno dei miei miti, tra i più tenaci ed incensati della controcultura novecentesca, uno di noi...
Kurt Cobain ne ha rubato i versi... i Beatles lo hanno ritratto nella storica copertina di Sgt. Pepper... Bob Dylan gli deve il nome...
è morto a 39 anni, distrutto dall'alcol... ma il suo linguaggio magico, tra bardi e poesia visionaria, è davvero unico, il suo...
ha scritto poche cose, tra una sbornia colossale e renne sulle nubi che di notte sorvolavano i pagliai e addii tra camini e ciminiere...
le sue poesie sono assolute, devi entrarci dentro, con le scarpe con il cuore con la testa e con l'anima, altrimenti vai a passeggiare...
le sue parole hanno la potenza del rombo del mare e la dolcezza smisurata della fame degli uccelli nei campi e del pane appena fatto
i suoi versi sono granelli di sabbia nel letto, le lacrime degli occhi, la curva della bocca nuda e il sorriso sopra i baffi....
era un Peter Pan... che nel paese di tanto tempo fa, aprì la porta nera, e corse veloce come il vento dietro il volo di fiamma...
Dylan Thomas è morto a New York nel 1953... un altro mondo...            
Dylan Thomas, un Peter Pan che corse veloce come il vento dietro il volo di fiamma..................


 

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