lunedì 7 gennaio 2013

il mio amico Arthur

c'è un dio che ride
sulle tovaglie di damasco







Quanto a me, non so spiegarmi meglio del mendicante coi suoi continui Pater e Ave Maria.
Io non so più parlare!... 
La maggior parte degli scrittori e dei libri che vengono fatti studiare nei tempi di scuola, per tutti noi diventano una dannazione....


è talmente vecchio e consunto il modo di insegnare che non c'è ragazzo che ami Manzoni, Foscolo, Leopardi e via dicendo...
credo che Manzoni, Foscolo, Leopardi e via dicendo siano incazzati neri, con i professori e le professoresse, li odiano proprio...
d'altra parte, va detto, essere costretti ad imparare a memoria vita e opere di un autore è come subire una tortura, una condanna...



non si può apprezzare niente... musica, letteratura, e ogni forma di arte, sotto la pressione dell'interrogazione e della sufficienza...
io sono sicuro che, se venissero messi su un piano di studi scolastico, nemmeno i Beatles riuscirebbero a rimanere simpatici...
pensate di dover imparare a memoria, obbligatoriamente, tutte le comiche di Stanlio e Ollio... non avremmo certo di che ridere...



e anche lui, il vecchio amico di questa sera, tra i banchi di scuola, risulta trasformato... stucchevole, assurdo e anche ingenuo...
ma i suoi lavori furono addirittura pubblicati nella rivista ufficiale della scuola, "Le Moniteur de l'Enseignement secondaire"...
Georges Izambard gli fece conoscere e comprendere le opere di autori come Rabelais, Hugo, de Banville e i parnassiani...

Era un ragazzo, il nostro vecchio amico sempre in fuga da casa, sempre in cerca di chissà che cosa, sempre ragazzo, per sempre...
scrisse di stelle e di notti: Où, rimant au milieu des ombres fantastiques... e anche Rêvé pour l'hiver, Au Cabaret-Vert, La Maline...
scrisse Ma Bohème di notte... Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate, anche il mio cappotto era diventato ideale....
ebbe preghiere calde come escrementi di un vecchio colombaio, solo, come quando si ingollò con cura tutti i suoii sogni...
visse nella Parigi stremata dei giorni della Comune, tra Thiers e Picard, due ladri d'eliotropi, li vide in quell'alba indimenticabile!...
e rimase sdraiato tra i giaggioli Fauvrè a fare delle sue ciglia acquedotti intanto che starnutisce forte fino a sangue, sniffando pepe...



visse la primavera di quei deliranti culi al vento: Sèvres, Meudon, Bagneux, Asnières nei loro lunghi interminabili accosciamenti...
nell'ombra di corridoi dalle tinte ammuffite passando faceva boccacce... i due pugni all'inguine, per pararsi bene i coglioni...
d'estate soprattutto, vinto, stupido, s'intestardiva a chiudersi nella frescura delle latrine, lì pensava, tranquillo e respirando libero....
a sette anni, componeva romanzi sulla vita del grande deserto, dove splende la Libertà rapita di foreste, soli, rive, antiche savane...



i sogni l'opprimevano ogni notte... non amava Dio, ma gli uomini che nelle serate, vedeva rientrare nel sobborgo con tre rulli di tamburo
il suo cuore è un folle Robinson in un romanzo... dorme nel sole, la mano sul suo petto, tranquillo... un bambino cresciuto....
diceva: A diciassett'anni non si può esser seri. Una sera, al diavolo birre e limonata e gli splendenti lumi di chiassosi caffè!



Te ne vai sotto i verdi tigli a passeggiare. Com'è gradevole il tiglio nelle sere di Giugno! annusi il vento che porta aromi di birra e di vino...
anche lui, come tutti gli altri protagonisti della storia della letteratura, si rivela una piatta figurina impolverata... duro da ingollare...
e non c'è nessuno di noi che ricordi di non aver provato tanta di quella noia e nessun buon ricordo sedimentato nella nostra mente...
eppure la sua vita così breve, i suoi ultimi anni nascosti tra le nebbie del mistero, sarebbero più che sufficienti a farne un mito...
lui, è considerato uno dei più grandi poeti dell’Ottocento francese insieme a Verlaine e Baudelaire, un genio assoluto della poesia...



pensare che, per la gran parte della sua vita non si occupò affatto di poesia, semmai del suo esatto opposto: il commercio....
ha smesso di scrivere quando qualcuno ancora non sa nemmeno mettere insieme oggetto e complemento oggetto, per dire...
ha smesso di scrivere a 21 anni... poi ha viaggiato in lungo e in largo per la Francia in compagnia di Verlaine, il suo amante...
ammorbato dalla noia del mondo delle lettere e dei suoi stucchevoli salotti con quartetto d'archi di sottofondo, decise di mollare tutto
abbandonò tutto e partì per l’Africa.... e lì, tra l’Eritrea, l’Etiopia e lo Yemen, vivrà l’ex giovane promessa della poesia francese...
non scriverà più poesie, e si metterà a commerciare avorio, caffè, pellame, oro, persino armi e - secondo qualcuno, addirittura schiavi...



Arthur Rimbaud è morto a Marsiglia il 10 novembre 1891... aveva 37 anni...
Arthur Rimbaud era un altro Peter Pan... "e c'è un dio che ride sulle tovaglie di damasco degli altari
nell'incenso e nei grandi calici d'oro, che s'addormenta cullato dagli Osanna... e si risveglia, quando madri chine sulla loro angoscia
piangendo sotto i vecchi cappelli neri, gli danno un soldo legato nel loro fazzoletto."......

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